Alternativo, anche se la parola oggi ha perso di significato, il locale è un mix di festa, anarchia, vitalità, libertà e musica.
E’ stato precursore di uno stile, non solo per l’arredamento che ricorda la stiva di una nave con lunghi tavoli dove si mangia accanto ad altri avventori, ma anche di vita: un luogo in cui negli anni ottanta si sono formate culture musicali nuove per l’ambiente cittadino, jazz in primis, con un fiorire di professionisti che si sono poi alternati sul palco dove tutt’ora domina un pianoforte a coda Yamaha.
Il gestore è l’istrionico Maurizio, tornato al timone di comando dopo un periodo in cui il locale aveva perduto la rotta, ma oggi naviga allegro, anche se le acque non sono più le stesse, cavalcando un’onda più commerciale.
E’ principalmente un ristorante, ma si può cichettare al banco o nei tavoli liberi, meglio se in riva al canale nelle belle giornate, assaporando sarde fritte o impanate, polpette, baccalà e molte altre leccornie, il tutto annaffiato dal misterioso viso sfuso della casa.
La vivacità del Paradiso ha contagiato negli anni tutta la fondamenta, che oggi è uno dei luoghi più frequentati dalla movida notturna veneziana.
Al lunedì sera concerti di musica live per rivivere atmosfere d’autore.